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Prima visita e Consenso informato


Prima visita: punti chiave

Il medico deve mettere a disposizione del paziente tutte le sue conoscenze, informarlo circa la dinamica dell’intervento e la possibilità di riuscita, definire con lui una serie di punti chiave quali:

  • definizione degli obiettivi: è di notevole importanza che il medico operante conosca le motivazioni che hanno spinto un paziente a sottoporsi al trapianto e che il paziente comunichi al medico operante i propri obiettivi;
  • carattere progressivo della perdita dei capelli: il paziente deve sapere che la perdita dei capelli è un processo dinamico e inarrestabile e che prevedere quanto si estenderà la calvizie è una questione piuttosto complicata;
  • importanza del framing facciale: il paziente deve comprendere l’importanza del framing facciale, i cui aspetti positivi sono spesso più rilevanti della densità dei capelli;
  • obiettivo di un aspetto naturale: il pattern dei capelli trapiantati deve riprodurre il più possibile l’aspetto naturale del paziente. La chirurgia moderna permette oggi di ottenere buoni risultati, con l’eccezione del trapianto nel vertice, che ancora assume un carattere “eccessivamente artificiale”;
  • permanenza dell’attaccatura trapiantata: l’attaccatura dei capelli trapiantati deve essere permanente e rispecchiare le esigenze del paziente.

Anamnesi

Il medico deve avere a disposizione il maggior numero possibile di informazioni sul paziente che vuole sottoporsi ad un trapianto di capelli, in particolare deve sapere se il soggetto soffre di allergie, se sta assumendo farmaci, integratori o erbe, se ha mai avuto emorragie pregresse. Nel caso di soggetti con protesi articolari, cardiopatie vascolari, diabete e immunodepressione, è da valutare la possibilità di antibioticoprofilassi preoperatoria.
Counselor

Spesso, la persona che deve subire o ha subito un intervento sente il bisogno di parlare con qualcun altro, oltre che con il medico; questa “figura intermedia” tra medico e paziente è chiamata counselor. Il counselor segnala al medico eventuali preoccupazioni e quesiti del paziente, fornisce al paziente informazioni pratiche e istruzioni pre- e postoperatorie. Il counselor non deve sostituire il medico; piuttosto, deve mediare tra medico e paziente.

Limiti della comunicazione

E’ molto difficile prevedere l’entità della perdita dei capelli in un soggetto trapiantato: la terapia medica è sicuramente utile per prevenire la continua perdita di capelli, ma non sempre funziona. E’ quindi importante prospettare al paziente la necessità di ripetuta sedute, che non devono essere interpretate come un fallimento del trapianto, quanto piuttosto come interventi di mantenimento.

Effluvium postoperatorio

Appena operato, il paziente può osservare perdita dei capelli, presumibilmente causata dal trauma tissutale. Sono maggiormente soggetti alla caduta i capelli di vello. Il trattamento con finasteride può limitare la perdita, ma ad oggi non ne è ancora stata dimostrata le reale efficacia.

Selezione del candidato

Tra i criteri utilizzati per valutare l’idoneità di un individuo al trapianto dei capelli ci sono l’età, il diametro dello stelo pilifero, la quantità dei capelli nella sede donatrice, il grado di calvizie e le aspettative del paziente.

  • Età: l’idea ideale è oltre i 30 anni. Molto spesso pazienti di età inferiore ai 25 anni con iniziale arretramento frontotemporale desiderano avere un capo interamente coperto di capelli; la chirurgia offre sicuramente un rimedio, ma a distanza di molto tempo (10-20 anni, nelle fasi avanzate della calvizie) può essere causa di un aspetto innaturale. Soggetti più anziani danno invece maggiore importanza al “framing” facciale.
  • Diametro: con il termine “diametro dei capelli” i medici che si occupano di trapianto dei capelli fanno riferimento alle dimensioni dello stelo pilifero. Nei soggetti con diametro dei capelli maggiore a 80 m si ottengono in genere buoni risultati fin dalla prima seduta, con una copertura molto densa, mentre nei pazienti con capelli sottili sono necessarie più sedute e i capelli trapiantati sono radi, spesso trasparenti.
  • Qualità della sede donatrice: tanto maggiore è il numero di FU/cm2, tanto maggiore è l’idoneità di un soggetto al trapianto dei capelli. Se la densità di capelli nell’area donatrice è inferiore a 40 FU FU/cm2, il trapianto è fortemente sconsigliato. La densità di FU e la densità dei capelli variano in base all’etnia; data l’elevata variabilità interindividuale, è importante che il chirurgo esegua tali misurazioni sempre in ogni paziente.
  • Aspettative del paziente: le principali aspettative del paziente che si sottopone al trapianto dei capelli riguardano la densità dei capelli e la posizione dell’attaccatura. E’ di fondamentale importanza che il paziente abbia chiari i risultati attesi e quelli realmente ottenibili: ad esempio, se il soggetto ha capelli molto sottili, è irrealistico pensare di ottenere con il trapianto una copertura densa. Le aspettative del paziente devono quindi essere tenute in massima considerazione durante la valutazione dell’idoneità di un candidato al trapianto dei capelli.
Vertice:  il trapianto nel vertice viene effettuato molto raramente e richiede estrema cautela; è infatti difficile ottenere in quest’area una buona densità di capelli e, anche qualora si riuscisse ad ottenere un’elevata densità, i risultati nel tempo diventerebbero scarsi a seguito della caduta periferica dei capelli non trapiantati, con un risultato estetico innaturale

Standard internazionali per il consenso informato

Definizione del consenso informato

Il fine della richiesta del consenso informato è quello di promuovere l’autonomia di un individuo di fronte alla decisioni mediche. Ogni individuo deve essere libero di scegliere del proprio corpo, di rifiutare terapie e persino informazioni. Il medico ha l’obbligo di fornire al paziente informazioni circa le sue condizioni cliniche, il trattamento, la prognosi o i risultati attesi, i rischi e le complicazioni che possono insorgere durante il trattamento, le terapie alternative con associati rischi e benefici, il diritto di rifiutare qualsiasi cura e le conseguenze del rifiuto.

Chi può dare il consenso informato

Il responsabile del consenso è il medico; in alcune giurisdizioni, il consenso informato è ritenuto non valido qualora il paziente non abbia avuto la possibilità di parlare con il medico. Nel caso di minori o incapaci, a dare il consenso è un genitore o un tutore legale. Molti medici usano per il consenso un apposito modulo, talvolta chiedendo al paziente di siglare con le proprie iniziali ogni paragrafo, per essere certo che il candidato abbia visionato l’intero documento e sia perfettamente cosciente delle sue decisioni.

Consenso informato e trapianto dei capelli

Il consenso si realizza in genere alla prima visita: il medico valuta l’anamnesi, le condizioni, le aspettative di ogni paziente, illustra il trattamento, le terapie e le procedure chirurgiche alternative (ad esempio i trattamenti con finasteride o minoxidil o la scalp reduction, cioè la riduzione del cuoio capelluto o detonsurazione) e comunica al paziente se il trapianto può o meno essere effettuato. Utilizzando un linguaggio semplice, il medico deve prospettare al paziente i rischi dell’intervento (il trapianto dei capelli comporta in genere pochi rischi) quali infezioni, dolore, cattiva qualità della cicatrice nella zona donatrice, alterazione della sensibilità nervosa, effluvium postoperatorio, emorragie, ematomi ed assenza di crescita; deve anche essere al corrente di possibili patologie e recenti trattamenti subiti dal paziente, poiché essi possono inficiare i risultati del trattamento e aggiungersi ai normali rischi del trapianto dei capelli.

 

 



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